Da quando ho scoperto come sono buone le seppie dell'Esselunga, ogni volta che le trovo in offerta - come in questi giorni - le compro e le uso, per lo più, per condirci la pasta.
Una volta le avevo prese per farle ripiene, ma essendo già pulite hanno la tasca tagliata e sebbene qualcuno mi abbia consigliato di ricucire quest'ultima con uno stuzzicadente, ho idea che non tengano bene il ripieno.
Peccato, perché sono davvero buone, si cuociono in poco tempo e non diventano gommose...farcite di patate o di pan grattato e aromi sarebbero strepitose.
Tornando alla pasta, di solito faccio un semplice sugo con olio, aglio, seppie a striscioline e pomodoro. Ieri invece ho provato una ricetta diversa, piuttosto semplice: seppie in bianco con rucola e pinoli! La ricetta prevedeva anche peperoncino, ma non me la sono sentita...anche se avrebbe dato un bel tocco di colore...si potrebbe ovviare con un peperoncino fresco non troppo piccante tagliato a tocchetti, quando è stagione.
INGREDIENTI per due
500 gr seppie già pulite
200 gr pasta lunga
un bicchiere vino bianco
un mazzetto di rucola
un pugno di pinoli
olio, aglio
Tagliare le seppie a striscioline e cuocerle in una padella capiente (da utilizzare successivamente per far saltare la pasta), con olio e aglio. Dopo averle fatte saltare qualche minuto aggiungere un bicchiere di vino e proseguire la cottura per altri 10 minuti. Controllare la cottura ed il sale (spesso le seppie buttano fuori il loro salato, quindi c'è il rischio che sia tutto troppo saporito. Nel frattempo cuocere la pasta ed aggiungere all'acqua di cottura i due terzi della rucola. Io ho utilizzato degli spaghetti Garofalo, perché rispetto a quelli Barilla, ad esempio, sono più consistenti e ruvidi, mi sembra che assorbano meglio quel po' di emulsione di vino misto olio misto sugo di pesce che si forma. Analogamente van bene quelli della De Cecco o i troccoli della Barilla...
Una volta cotta la pasta, scolarla, farla saltare nella pentola con il sugo, aggiungere una manciata di pinoli leggermente tostati e la rucola rimasta.
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