mercoledì 25 febbraio 2009

Pesto rosso...facile facile!

Ancora non è stagione di pomodoro, purtroppo, ed io non mi sono ancora abbruttita a tal punto da comprarlo ora, cresciuto chissà dove e chissà come.
Non c'è nulla di più buono di un pomodoro maturato sulla pianta in estate, mangiato quando è ancora tiepido per i raggi del sole, con un pizzico di sale e olio a crudo! E nonostante spesso i pomodori del mio orto (rectius, dei miei genitori) non spicchino per bellezza, come la vera verdura fatta in casa, nulla da eccepire per il gusto pieno che sprigionano.

Pensando con impazienza all'estate che sta per arrivare (a me basta una bella giornata come oggi per pensare che la primavera è ormai in corso e da lì all'estate...è un attimo!), vi propongo un condimento per la pasta semplice, rapido e davvero saporito.
Un'idea da ultimo minuto!

INGREDIENTI per 2
2 pomodori maturi
un pugno di mandorle
un cucchiaio di capperi sotto sale
un ciuffetto di basilico
olio
mezzo spicchio di aglio

Che si fa? si mette tutto nel tritatutto e si frulla, avendo l'accortezza di non farlo diventare un omogeneizzato! A me piace sentire ancora il croccante delle mandorle quando mangio la pasta...Per chi avesse il pestello, si può provare anche così, visto che non dovrebbe utilizzarsi un mezzo meccanico per questo tipo di preparazioni.
La qualità degli ingredienti è fondamentale: pomodori maturi e saporiti, capperi di buona qualità, olio extravergine di oliva e foglie di basilico sane sono il minimo, per avere un condimento degno di un pesto italiano!

La quantità di pomodoro dipende da quanto condimento volete e da quanto denso o liquido lo gradite. Io preferisco mettere poco pesto, abbastanza leggero (in effetti metto mezzo spicchio di aglio microscopico). E non aggiungere parmigiano al piatto di pasta!

Mi raccomando...dissalate bene i capperi, prima di usarli!

martedì 24 febbraio 2009

Lasagne di Porri e Asiago


Lo so che ci sarà qualcuno, anzi, qualcuna che storcerà il naso di fronte a questa ricetta e dirà "Ancora porri?!?"
E che ci posso fare se sono di stagione e sono anche buoni? Appena l'orto inizierà a produrre verdure più fantasiose e stuzzicanti cambierà anche il menù, potremo spaziare dalla zucchina al peperone, dai fagiolini alle melanzane.
Per ora restiamo in area porro...

Piccola digressione. Se c'è una cosa che non mi è mai piaciuta è la pasta al forno, quella che trasuda besciamella in particolare...o meglio, se c'è una cosa che non mi è mai piaciuta è la pasta al forno di mia zia, forse così sarò più precisa!
L'ho sempre trovata scotta, al limite della pappetta, e troppo condita. Fortunatamente ad un certo punto della mia vita son diventata vegetariana ed ho avuto una scusa plausibile per sottrarmi a questo (ed ad altri) supplizio ziesco.
Da quando ho iniziato io a fare lasagne e cannelloni devo dire che la mia opinione è radicalmente cambiata, soprattutto sulla besciamella! Devo quindi dedurre che mia zia o utilizzava quella pronta oppure non so che problemi avesse...devo chiederle la ricetta ;-) ...per starne alla larga!

Una delle mie versioni invernali delle lasagne (naturalmente vegetariane) è quella con porri e asiago! Diciamo che è la mia preferita.
Per prepararle compro la pasta da lasagne fresca, in modo da non dover fare la precottura e doverle cuocere solo 10-15 minuti, e faccio una besciamella piuttosto liquida, che agevola la cottura. 

INGREDIENTI per 2
8 sfoglie di pasta fresca
500 ml latte
50 gr farina
50 gr burro (facoltativo)
300 gr asiago fresco
5 porri
2 cucchiai di parmigiano
sale, pepe, noce moscata

Innanzitutto affettare i porri fino alla base delle foglie, a rondelle sottili, e farli stufare in una casseruola a fuoco basso con un cucchiaio di olio e se serve poca acqua, salarli e peparli.
Nel frattempo preparare la besciamella, facendo sciogliere il burro, aggiungendo la farina e poi il latte a filo -se preferite eliminare il burro è meglio mescolare la farina con poco latte e poi aggiungerlo mano a mano, a freddo,e solo dopo iniziare la cottura-. Continuare la cottura mescolando con attenzione per evitare grumi, senza renderla eccessivamente densa. Spegnere, aggiungere l'asiago a pezzetti, la noce moscata ed il pepe e regolare di sale.
Oliare leggermente una pirofila (di vetro o di alluminio, non cambia), disporvi il primo strato di pasta fresca, distribuirvi la besciamella al formaggio ed i porri; proseguire fino all'esaurimento degli ingredienti, coprendo l'ultima sfoglia con poca besciamella, una spolverata di parmigiano e qualche rondellina verde di porro, 
per dare colore.
Cuocere in forno per 10-15 minuti. Secondo me acquistano maggior sapore se le si lascia riposare, meglio ancora se le si mangia il giorno dopo.

Temevo che, così facendo, la pasta potesse scuocersi, invece anche se riscaldate tengono bene la cottura e diventano più compatte.
Ho indicato che la quantità è per due, nel senso che ho tarato la quantità su mia sorella ed il mio moroso, che però le mangiano come piatto unico. Comunque anche se avanzano, come detto prima, meglio così, il giro successivo sarà ancora più buono.


lunedì 23 febbraio 2009

Torta Morbida alla Ricotta con salsa alle Mandorle


Sabato avevo voglia di qualcosa di dolce, ma non di troppo pesante, vista la dieta ancora in corso, e mi son ricordata di questa ricetta che avevo scovato qualche tempo fa in una rivista.
Non è la prima volta che faccio dolci alla ricotta, o meglio, con la ricotta nell'impasto...generalmente la uso per fare le classiche cheesecake "alla tedesca" (senza il fondo di biscotti e burro, che trovo pesante), ma è capitato di usarla direttamente nell'impasto dei pancakes ed il risultato è stato ottimo!
Ah, già che ci sono mi appunto di rifare i pancakes alle mele e cannella...strepitosi! E quelli con la nutella? o con il miele al castagno??! Mmmmh...

Tornando alla torta, temendo che così, da sola, risultasse troppo banale, ho preparato anche una salsa di accompagnamento, che si è rivelata azzeccata ed anche utile!

L'unica cosa negativa è che, nella mia smania di non avere torte troppo basse, visto che prediligo delle belle fettone alte, io ho usato uno stampo a cerniera di diametro 15.
Nè è venuto fuori un grattacielo! Quindi anche se l'impasto dovesse sembrarvi poco, fidatevi...utilizzate uno stampo di dimensioni normali...tra lievito ed albumi la torta crescerà per bene!

INGREDIENTI
300 gr ricotta
3 uova
100 gr zucchero
1 bustina di lievito
250 gr farina
3 cucchiai di panna

per la crema
4 dl latte
4 tuorli
120 gr zucchero
80 gr mandorle

L'impasto risulta abbastanza denso, quindi è buona cosa procedere con criterio, non come me, che son partita di botto con farina e ricotta e poi ho dovuto mescolare il tutto con le fruste elettriche!
Quindi mescolare la ricotta con i tuorli e lo zucchero, aggiungere la panna (io ho usato quella classica UHT da cucina, non quella fresca) ed il lievito. A parte montare gli albumi a neve ben ferma ed unirli poco alla volta all'impasto alternandoli alla farina. In questo modo dovrebbe essere più facilmente lavorabile.
Imburrare uno stampo da 24 cm, infarinarlo e versare l'impasto, livellandolo.
Cuocere a 180° per circa 40 minuti. Meglio controllare bene il cuore della torta prima di sfornarla.

Io ne ho assaggiato una fettina appena sfornata (giusto per capire se era decente o meno...) e l'ho trovata ottima anche da calda. La pasta risulta molto elastica e quindi la fetta rimane integra anche se la torta è fresca di forno!

Per la crema, si procede come per una salsa normale: si mescolano i tuorli con il latte e lo zucchero, si aggiungono le mandorle tritate e si fa addensare sul fuoco basso fino alla densità che si preferisce. Che fare con gli albumi? Le classiche meringhe...
Se vi escono bene, croccanti e non marroni, passatemi la ricetta!


giovedì 19 febbraio 2009

Crème Caramel fatto in casa!


Una volta il budino pronto, cioè la polverina da addensare sul fuoco, era il mio rifugio in caso avessi bisogno di qualcosa di dolce...anche perché in fondo cos'è? Latte...
Nel senso che tra le porcherie è una delle meno peggio! Naturalmente mi piaceva solo quello al cioccolato (e te pareva), mentre quello alla vaniglia lo mangiavo per dovere.
Poi un bel giorno ho deciso di provare a farlo io, da sola, con tutti i crismi...latte, uova, caramello...
Non ero molto sicura della riuscita, ma tutto sommato la cosa era poco impegnativa e male che vada avrei avuto del budino semiliquido da bere (non si butta via niente!).

Ebbene, è diventato uno dei punti forti della mia cucina! Il crème caramel è passato da dolce dei disperati -nel senso che chiunque è capace di preparare quello Elah- a dolce con una sua dignità.
Inoltre il fatto che pochi ancora lo facciano in casa fa sì che quando lo si porta in tavola tutti rimangano stupefatti ed estasiati dal suo gusto, distanti anni luce da quello sintetico che conoscono. Eppure la preparazione è di una facilità disarmante, direi che è statisticamente impossibile che non sia buono...

INGREDIENTI per 4
3 uova
mezzo litro di latte
100 gr di zucchero
una stecca di vaniglia o scorza di limone

per il caramello
qualche cucchiaio di zucchero

La cosa più complicata, per me, è preparare il caramello, che per questa ricetta deve essere ben colorato (per creare un piacevole contrasto cromatico con il colore del budino in sè). Bisogna mescolare un paio di cucchiai di zucchero semolato con due cucchiai di acqua e cuocere tutto su fuoco vivace. Quando il caramello avrà preso un colore marroncino, colarlo negli stampini da budino e cercare di distribuirlo omogeneamente sul fondo, prima che si solidifichi.
Dove sta il problema? Il problema sta nel non bruciare il caramello, in modo che non sia né troppo pallido né prenda un retrogusto cattivo. Nel dubbio meglio comunque toglierlo prima! Attenzione, non cercate di mescolarlo! Lasciatelo lì fino a cottura ultimata e versate.

Nel frattempo si può preparare il budino: mescolare le uova con lo zucchero, aggiungendo il latte caldo nel quale si sarà lasciata in infusione una stecca di vaniglia o una scorzetta di limone - ma anche se lo lasciate nature è buono comunque!
Mescolare e dividere il composto nei quattro stampini in cui si è già messo il caramello.
Cuocere a bagnomaria a bassa temperatura (160°) per almeno due ore.

Il mio consiglio è quello di prepararlo in anticipo, anche il giorno prima va bene, in modo che al momento di toglierlo dagli stampi sia ben solidificato. 
Per agevolare lo scocottamento dei budini (mio neologismo che significa: togliere dal contenitore) è bene passare un coltello dalla lama non seghettata tra la parete dello stampino ed il budino stesso. Magari il primo crème caramel non uscirà perfetto, ma ci si prende la mano subito!

Una volta preso il via, si potranno sperimentare anche il bonet o dei crème caramel più particolari, come quello che faccio con il latte di cocco, visto che il procedimento è analogo.

Provate, non rimarrete delusi!


mercoledì 18 febbraio 2009

Plum cake salato con Pecorino e Fave

Le fave, queste sconosciute...
L'idea del plum cake salato mi girava in testa da mesi, ma non mi decidevo mai...un po' come per i muffins, mi piacciono, ma ho paura che mi vengano poco gonfi o poco belli, non lo so!
Questo fine settimana, anche -confesso- in considerazione di questo mio blog, ho fatto mente locale su alcune ricette "vorrei, ma non me la sento" e ho stilato la lista della spesa. Forse l'unico modo per buttarmi avrebbe potuto essere quello di vedere le fave sul ripiano del frigorifero giorno dopo giorno.

Quindi ieri, passata all'Esselunga per una spesa veloce, eccomi acquistare fave, pecorino ed altri ingredienti che non sto qui a svelare (vedrete nei prossimi giorni cosa prevede il menù). Ieri sera, nonostante la tarda ora per i miei canoni, mi son messa a spignattare. Non ho mai mangiato le fave in vita mia, quindi non avevo nemmeno idea di che gusto potessero avere. O meglio, mi pare di averle intraviste nella versione secca in qualche minestra dei miei e non è che ne sia rimasta entusiasta (anche per questo le ho prese surgelate). Ho cercato di autoconvincermi che non potevano essere peggio di lenticchie e piselli, che mi piacciono, cercando di dimenticarmi che della stessa famiglia fa parte anche un membro poco gradito, il fagiolo. Appena lessate, ne ho assaggiata una. Buona!

Con questi presupposti mi son convinta di riuscire a sfornare qualcosa di quantomeno commestibile. E alle 22 circa finalmente il plum cake ha preso forma.

INGREDIENTI
180 gr farina
3 uova
70 ml olio
120 ml latte
100 gr pecorino200 gr fave
1 cipollotto
1 bustina di lievito

Sbollentare le fave in acqua salata (io le ho cotte una decina di minuti partendo da quelle surgelate). Nel frattempo amalgamare farina, formaggio, latte, olio, uova e lievito, regolare di sale e di pepe; aggiungere il cipollotto fresco a fettine sottili. Togliere la pellicina alle fave (basta premerle delicatamente tra le dita e la fava uscirà, senza danneggiarsi molto) ed aggiungerle all'impasto, mescolando. Foderare uno stampo da plum cake con carta da forno, versarci l'impasto e cuocere a 180° per circa 40 minuti.

La ricetta base prevedeva una quantità di olio superiore (100 ml), ma il risultato a me è sembrato troppo unto, per questo ho preferito diminuirlo, senza che questo ne pregiudicasse la morbidezza ed il gusto.

Com'è? Fregandomene della dieta, stamattina ne ho assaggiata una fetta, anzi, quasi una particola. Certo, pecorino e cipollotti alle 7.00 del mattino farebbero stramazzare anche un toro, ma era davvero buono! Non ho ancora ben inquadrato l'uso che se ne può fare (accompagnamento per salumi e formaggi?), ma comunque prepararlo è stato facile, si presenta bene ed ha un gusto particolare, almeno per noi padani, che fave&pecorino non è che ce li abbiamo nel DNA. Poi mi era venuta la paranoia che il lievito usato fosse vanigliato...ecco, dateci un occhio prima di usarlo ;-)



martedì 17 febbraio 2009

Vellutata di Carote e Timo

La prima cosa che viene detta a chi è a dieta è quella di limitare i condimenti, cercando di dare gusto ai piatti utilizzando le erbe aromatiche.
A qualcuno sembrerà una sciocchezza il fatto che poche erbe possano dare verve ad una minestra o ad un piatto di pasta, eppure basterà provare a fare questa vellutata per ricredersi!
A parte l'ottimo gusto, mi piace molto questa zuppa perché nelle sere invernali (va beh che per me ormai siamo già in primavera...nonostante il freddo polare di queste mattine) trovo confortante scaldarsi con un bel piatto caldo, mi sa di casa! Poi posso mangiarne a sazietà, visto che è davvero leggera.
In ogni caso riempie, non è acquetta!
Con lo stesso procedimento, poi, si possono fare vellutate analoghe, abbinando verdure ed erbe aromatiche...insomma, si può dare libero sfogo alla fantasia, tenendo conto della verdura di stagione o dei propri gusti.

INGREDIENTI per due
300 gr di carote
1 patata
mezzo scalogno
timo fresco
olio, sale

Dopo aver fatto soffriggere lo scalogno in poco olio, aggiungere le carote a rondelle e la patata a dadini. Lasciar cuocere qualche minuto e successivamente aggiungere acqua fino a coprire interamente le verdure. Cuocere circa 20 minuti, una volta verificata la cottura delle carote, frullare il tutto con il minipimer, aggiungere sale, pepe. 
Servire con un giro di olio a crudo e timo fresco.
Personalmente la faccio con poca acqua e senza l'aggiunta di dado, preferisco che sia molo cremosa e davvero naturale (il dado non mi dà fiducia...). 
Una delle ultime volte ho aggiunto anche della pastina, versione risoni, ne è venuto fuori una specie di risotto alla carota...non male!
Perché lo scalogno? ormai abbiamo quasi del tutto sostituito la cipolla con lo scalogno, visto il suo gusto più vivace (dovrebbe essere a metà tra cipolla ed aglio, io lo trovo solo più deciso).
Anche in questa vellutata sento che c'è, ma non copre gli altri sapori. Per chi non lo ama, liberi di sostituirlo con una cipolla bionda.


lunedì 16 febbraio 2009

Strudel di Mele e variazioni sul tema

Lo strudel di mele è il cosiddetto "salvapomeriggio", ovvero basta avere qualche mela a portata di mano (a casa propria o a casa dei genitori!), una pasta sfoglia nel freezer ed è pronto un dolce anche in caso di ospiti improvvisi.
Non avere nulla da offrire, oltre alla solita tazza di tea, è una cosa che mi indispone e a casa nostra biscottini ed altre amenità avrebbero vita breve, meglio esserne sprovvisti!

Ieri è passata mia sorella a pranzo e visto che già il menù prevedeva l'avanzo della sera prima (lasagne porri e asiago), ho pensato di preparare almeno il dessert al momento!
La sfoglia c'era -quella non manca mai!-, le mele le ho "prese in prestito" dal piatto della frutta materno...il più era fatto!
Per il resto, si apre la dispensa e si vede quel che c'è! Quindi ne ho fatte due versioni...la prima più tradizionale, con mele, uvetta, mandorle, mentre per la seconda ho aggiunto anche le gocce di cioccolato, sicura di incontrare i gusti della sfigatina (modo abituale con cui chiamo mia sorella). Talvolta ci metto gli amaretti, le prugne, i pinoli...il risultato è comunque apprezzabile.

Poi, giusto per non farmi mancare nulla, ho anche preparato una crema pasticciera alla cannella, con cui accompagnare le fette di strudel. Anzi, giusto per completare l'opera ho messo un piattino con il risultato del mio lavoro sul terrazzo, vicino alle piante di erica, per riuscire a fare una foto degna del blog. Perché io prima mi devo innamorare del piatto visivamente, poi passo a leggerne gli ingredienti e mi metto ai fornelli.

INGREDIENTI per 4
1 pasta sfoglia (meglio se di forma rettangolare)
3 mele
una manciata di uvetta
una manciata di mandorle a fiammifero
marmellata di limoni
zucchero di canna
semi di papavero

per la crema: 
1 tuorlo
15 gr farina25 gr zucchero
1,25 dl latte
cannella

La preparazione dello strudel è elementare, se si sceglie la soluzione della pasta sfoglia già pronta e non ci si avventura nel tentativo di impastare e stendere -soprattutto- la pasta matta (quella tradizionale altoatesina).
Di fatto basta affettare le mele, farle saltare qualche minuto in padella con poco zucchero di canna e, se si vuole, rum o grappa (giusto per diminuirne il volume ed asciugarle).
Una volta intiepidite le mele ed aggiunti gli altri ingredienti, spalmare un po' di marmellata di limoni sulla sfoglia (io faccio così perché raramente ho limoni freschi in casa) e distribuirci sopra il ripieno.
I trucchi per evitare che la pasta si rompa son due: utilizzare il ripieno non caldo e infarinare il lato della pasta sfoglia che appoggia sulla carta da forno. In questo modo sarà possibile arrotolare lo strudel aiutandosi con la carta evitando che la sfoglia rimanga attaccata.
Sigillare la pasta, fare qualche piccolo foro sulla pasta (come due taglietti) in modo che il vapore acqueo delle mele fuoriesca e la pasta non si bagni troppo. Io decoro lo strudel con semi di papavero e scagliette di mandorle e lo cuocio in uno stampo da plumcake, per mantenere una forma più rotonda, se no si siede troppo. Cuocere fino a doratura della pasta sfoglia a 200°.

Nel frattempo preparare la crema di accompagnamento: sbattere il tuorlo con lo zucchero in un piccolo pentolino, aggiungere la farina o la maizena, il latte e cuocere fino alla densità desiderata, meglio se un po' fluida, visto che raffreddandosi tende a rapprendersi. Aromatizzare con la cannella.

Tra preparazione e cottura ci si impiegano circa 30 minuti e dopo lo si può mangiare ancora tiepido, a differenza di altri dolci.

venerdì 13 febbraio 2009

Torta Belga (così ribattezzata...)


Settimana scorsa son tornata sul luogo del "misfatto"...la tanto cara Anversa, dove 10 anni orsono io e la mia amica Giuly perdemmmo soldi, documenti e cellulare ed anche gran parte dell'entusiasmo che ci aveva spinte ad intraprendere l'Inter-rail!

Gli inviti non si rifiutano mai (oddio...!), men che meno se ti permettono di vedere qualcosa di nuovo e -possibilmente- cancellare qualche brutto ricordo, quindi quando Viola mi ha non solo proposto, ma anche organizzato la trasferta, ho preso armi e bagagli e son volata lassù!
Viola ha subito capito che io, più che una fashion, una supermercato-addicted! Non resisto...se sono all'estero devo entrare al supermercato e passarlo palmo a palmo. La mia dieta priva di porcherie non poteva cadere in un momento peggiore...scaffali e scaffali pieni di cose nuove, mai viste e tutte molto allettanti.

Tornando coi piedi per terra, per sdebitarmi in minima parte per l'ospitalità, ho voluto preparare a Viola e Mattia un "mio" piatto, e già che eravamo in Belgio ho optato per una torta salata con ingredienti della zona: porri e indivia (o insalata belga, per l'appunto!).

La cosa bella di questo piatto è che non solo si può preparare in anticipo, ma addirittura, se mangiato il giorno dopo, ne guadagna! Il gusto è deciso, ma non eccessivo.

INGREDIENTI per una torta salata:
1 pasta sfoglia
3 cespi di indivia
2 porri
30 gr burro
30 gr farina
300 ml latte
1 uovo
4-5 cucchiai di parmigiano grattuggiato (o emmentaler o gruyere)
sale, pepe, noce moscata, erba cipollina

Tagliare i porri e l'indivia a striscioline (i porri solo limitatamente alla parte bianca), lavarli e farli stufare in una casseruola con poco olio. Nel frattempo preparare la besciamella: il burro è facoltativo, Viola -in veste di mia aiutante!- l'ha fatta egregiamente senza. Per evitare grumi vi consiglio di partire a freddo: mettete la farina nella pentola ed aggiungete il latte poco a poco, mescolando con il frustino, e solo dopo iniziate la cottura (se usate il burro, fatelo sciogliere, aggiungete la farina e toglietelo dal fuoco e versate il latte solo quando il tutto si è intiepidito).
Aggiungere sale, pepe e noce moscata e proseguire la cottura fin quando la besciamella non diventi cremosa. Mentre si aspetta che la besciamella intiepidisca, srotolare la pasta sfoglia e foderare con questa uno stampo per crostata (diametro 22-24 cm) e bucherellare il fondo della sfoglia, in modo che in cottura non si gonfi eccessivamente.
Quindi mescolare la besciamella con un uovo, il formaggio e le verdure stufate, regolare di sale e versare il tutto nello stampo da crostata, decorando con qualche stelo di erba cipollina.
Cuocere a 200 ° per 30 minuti, o fino a doratura della pasta sfoglia. Noi abbiamo avuto qualche "problema", nel senso che la torta salata si è ben cotta da un lato e meno dall'altro :-)
Visto che la presenza dell'uovo fa gonfiare la farcia, abbiate l'accortezza di buttarci un occhio durante a cottura!




giovedì 12 febbraio 2009

Crema di Piselli e Mandorle

La dieta impera e di conseguenza urga la necessità di trovare piatti gustosi, ma leggeri...e soprattutto non banali!
Come si fa ad essere felici se ci si ann
oia a tavola!? E con la noia il "junk food" è sempre in agguato.

Vista la stagione, mi son buttata sulle zuppe...sono rapide, il che mi consente di prepararle la sera mentre, nel frattempo, organizzo una cena "normale" per Matteo. Sono economiche, il che non guasta. Sono belle da vedere, con colori sgargianti! E, soprattutto, posso mangiarne a volontà e saziano!

L'ultimo esperimento riguarda i piselli. Di per sè non mi fanno impazzire, ma prendendo spunto da una ricetta pubblicata su Sale&Pepe ho fatto qualche variazione sul tema, con risultati, per me, soddisfacenti!

Ho preparato la versione base e quella ricca! A voi la scelta.

INGREDIENTI per 2
400 gr piselli
2 cucchiai di mandorle tritate
1 scalogno
1 cucchiaio di olio
sale grosso

La preparazione è elementare, non ci sarebbe nemmeno bisogno di scriverla!
Dopo aver fatto scaldare l'olio in una pentola alta, far soffriggere lo scalogno tritato, aggiungere le mandorle tritate e farle tostare (inizieranno a sprigionare un profumino...).
Versare nella pentola i piselli (surgelati o freschi, non in barattolo!), coprire con acqua e far cuocere!
Tutto qui? Si, tutto qui!
A fine cottura passare con il minipimer ad immersione, regolare di sale e servire, magari decorando con qualche mandorla a scagliette ed un giro di olio a crudo.
Se volete un piatto più sostanzioso potete aggiungere un sughetto alle seppie: basta tagliare le seppie a striscioline, saltarle in padella con olio, aglio e poco pomodoro per qualche minuto. Se si comprano quelle fresche avrete la garanzia di trovarle morbide e non gommose.




Un altro blog?!?!

Da cosa nasce l'idea di questo blog?

Dalla passione per la cucina sicuramente, ma anche dal piacere di avere le mie ricette a portata di mano, ovunque io mi trovi (ancora non faccio tutto a memoria...), e dalla voglia di fornire qualche spunto utile a chi non ama spadellare, o crede che sia difficile o noioso!

Il titolo sembra riduttivo, ma in fondo ogni mia giornata si apre con una tazza di tea e finisce allo stesso modo (l'acqua? bandita dalla mia tavola...). Speriamo che, prima o poi, in qualche locale in qualcuno si decida a proporre una carta delle tisane per accompagnare i vari piatti, non solo quella dei vini e delle birre! Io, nel frattempo, bevo a casaccio, alla buona!

Quindi il mio intento è quello di proporre mie opinioni delle varie miscele che approdano nelle mie teiere e le mie ricette, tutte sperimentate con successo (spero che le foto, da profana, risultino quantomeno decenti!).


Ma ora basta parole, passiamo ai fatti! Apriamo la dispensa.